
Jovanotti legge Bello Mondo di Mariangela Gualtieri: l’inno alle bellezze del Creato a Sanremo 2022
«Per scrivere poesia bisogna già essere abituati ad ascoltare sé. La poesia è qualcosa della nostra anima che dice ciò che noi non conosciamo. Ascoltarsi vuol dire: quando io ho rapporti con il mondo, con la natura, con gli altri, che cosa succede dentro di me?». Rileggendo l’immensa, quanto sorprendente, affermazione di Franco Loi, rilasciata nel 2018 per il Corriere della Sera, sono andata a ritroso con la memoria fino ad approdare alla parola accolta e ascoltata di Mariangela Gualtieri, la poetessa che inaugura la sua prima raccolta poetica, Antenata (edita da Crocetti nel 1992 e di cui Loi firmerà la prefazione), con l’invocazione a quella che più tardi definirà un’energia al femminile: «Parlami che io ascolto, parlami che mi metto seduta e ascolto». Trattasi, come dirà Gualtieri, di un: «lungo, accurato, incessante esercizio di attenzione alla parola. Attenzione nell’ascolto di chi prima di noi ha scritto, della voce di chi è vivo adesso insieme a noi, dell’ascolto del mondo, dell’ascolto di ciò che sbrigativamente chiamiamo natura. E anche dell’ascolto di ciò che non sappiamo, ambito per il quale non serve l’intelligenza ragionante ma ne serve piuttosto una intuitiva, o quello che Cristina Campo chiamava l’organo del mistero».
Ritorno a Franco Loi, alla musicalità della poesia: «Ogni parola è fatta di suoni. Quando scrivi la cosa più importante è la musicalità (…) La poesia già nel popolo è musica delle parole. La vera lingua è quella che si impara dalla balia e da chi ci sta vicino. Sono molto più importanti i suoni dei significati apparenti». Attraverso la voce di Loi ricostruisco un ponte lungo il quale la bellezza e lo splendore delle parole e della loro musica mi conduce, nuovamente, verso l’intento poetico di Mariangela Gualtieri: «entrare nella musica dei versi e tenere le parole nel loro stato di nascita».
È questa musicalità, questo ritorno all’oralità e al suono, aspetti centrali nella poesia di Gualtieri, che abbiamo ascoltato in uno dei teatri più importanti d’Italia, l’Ariston di Sanremo 2022. È su questo palco che le «parole per il teatro» di Mariangela Gualtieri sono state declamate da Lorenzo Jovanotti che ha recitato Bello Mondo.
Jovanotti e Gualtieri di nuovo su un palco (anche se, questa volta, non fisicamente ma attraverso la musica e la poesia) dopo lo spettacolo che li vide insieme nel 2018, Ciò che ci rende umani al Teatro Bonci di Cesena, la rassegna nella quale Jovanotti fu chiamato come ospite per parlare di poesia in dialogo con Gualtieri.
Come allora, camminando silenziosamente sul filo dei pensieri di Milo de Angelis («si affacciava in me l’esigenza di una parola che mi rivelasse il misterioso intreccio tra il presente e la sua ombra»), anche sul palco dell’Ariston la poesia di Mariangela Gualtieri recitata da Jovanotti ha ricreato la comunità dell’ascolto attraverso la parola, l’immagine e il suono.
«Sono contenta che abbia scelto questa poesia, la meno mia, la più antologica, sia perché l’idea è presa da Borges, sia perché contiene versi di vari poeti e poete che amo, oltre ovviamente ai miei», ha dichiarato Gualtieri. Bello Mondo è la poesia del lungo ringraziamento, l’inno alla bellezza del Creato, all’incanto della Natura. È la poesia della celebrazione, dove il verso trasmuta l’urgenza di dire in raccoglimento per una riflessione sul tempo che è stato e su ciò che definisce il presente e determina il futuro.
Bello Mondo ha dimostrato l’energia, lo sconfinamento della parola poetica, quel protendersi nell’altrove dove l’incontro diventa comunione di intenti, abbraccio e comprensione del mondo. È la poesia, nel suo concedersi, nel suo lasciarsi ascoltare e catturare sulla carta, secondo l’insegnamento di Franco Loi, che permette di percepire la meraviglia della Natura e delle sue infinite e arcaiche potenze.
Mariangela Gualtieri, Bello mondo (da Le giovani parole, Einaudi, 2015)
In quest’ora della sera
da questo punto del mondo
Ringraziare desidero il divino
labirinto delle cause e degli effetti
per la diversità delle creature
che compongono questo universo singolare
ringraziare desidero
per l’amore, che ti fa vedere gli altri
come li vede la divinità
per il pane e il sale
per il mistero della rosa
che prodiga colore e non lo vede
per l’arte dell’amicizia
per l’ultima giornata di Socrate
per il linguaggio, che può simulare la sapienza
io ringraziare desidero
per il coraggio e la felicità degli altri
per la patria sentita nei gelsomini
e per lo splendore del fuoco
che nessun umano può guardare
senza uno stupore antico
e per il mare
che è il più vicino e il più dolce
fra tutti gli Dèi
ringraziare desidero
perché sono tornate le lucciole
e per noi
per quando siamo ardenti e leggeri
per quando siamo allegri e grati
per la bellezza delle parole
natura astratta di Dio
per la scrittura e la lettura
che ci fanno esplorare noi stessi e il mondo
per la quiete della casa
per i bambini che sono
nostre divinità domestiche
per l’anima, perché se scende dal suo gradino
la terra muore
per il fatto di avere una sorella
ringraziare desidero per tutti quelli
che sono piccoli, limpidi e liberi
per l’antica arte del teatro, quando
ancora raduna i vivi e li nutre
per l’intelligenza d’amore
per il vino e il suo colore
per l’ozio con la sua attesa di niente
per la bellezza tanto antica e tanto nuova
io ringraziare desidero per le facce del mondo
che sono varie e molte sono adorabili
per quando la notte
si dorme abbracciati
per quando siamo attenti e innamorati
per l’attenzione
che è la preghiera spontanea dell’anima
per tutte le biblioteche del mondo
per quello stare bene fra gli altri che leggono
per i nostri maestri immensi
per chi nei secoli ha ragionato in noi
per il bene dell’amicizia
quando si dicono cose stupide e care
per tutti i baci d’amore
per l’amore che rende impavidi
per la contentezza, l’entusiasmo, l’ebbrezza
per i morti nostri
che fanno della morte un luogo abitato.
Ringraziare desidero
perché su questa terra esiste la musica
per la mano destra e la mano sinistra
e il loro intimo accordo
per chi è indifferente alla notorietà
per i cani, per i gatti
esseri fraterni carichi di mistero
per i fiori
e la segreta vittoria che celebrano
per il silenzio e i suoi molti doni
per il silenzio che forse è la lezione più grande
per il sole, nostro antenato.
Io ringraziare desidero
per Borges
per Whitman e Francesco d’Assisi
per Hopkins, per Herbert
perché scrissero già questa poesia,
per il fatto che questa poesia è inesauribile
e non arriverà mai all’ultimo verso
e cambia secondo gli uomini.
Ringraziare desidero
per i minuti che precedono il sonno,
per gli intimi doni che non enumero
per il sonno e la morte
quei due tesori occulti.
E infine ringraziare desidero
per la gran potenza d’antico amor
per l’amor che se move il sole e l’altre stelle.
E muove tutto in noi.