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Intervista a Federica Gasbarro, volto dell’ambientalismo del futuro

In ogni bottega artistica rinascimentale esistevano molti disegni, dai quali l’allievo traeva insegnamento, ricopiandoli infinite volte, fino a quando in efficacia e capacità tecnica non riusciva ad eguagliare (e a volte superare) il maestro.
Federica Gasbarro ha iniziato a muoversi nel mondo dell’ambientalismo come attivista, studiando da allieva. È stata l’unica italiana ad essere stata scelta per presenziare allo Youth Summit, il vertice organizzato dall’ONU sui cambiamenti climatici. Ha scritto un paio di libri ed è stata inclusa da Forbes Italia tra i 100 ragazzi italiani under 30 – per il suo contributo alla lotta ai cambiamenti climatici e per la forza delle sue idee -.
Quando io e Cristiano l’abbiamo conosciuta (durante Umbria Green Festival 2018), Federica era già diventata una ragazza capace di eguagliare i suoi maestri (come un pittore maturo) per conoscenza e capacità divulgativa, per passione e sicurezza.

Il 2019 è stato l’anno dell’attenzione mediatica (e governativa a livello internazionale) sull’emergenza climatica. I giovani si sono riversati nelle piazze per rivendicare il diritto ad avere un futuro, chiedendo una nuova alleanza con la Terra. Come è nato tutto questo movimento, quest’onda che in poco tempo ha costretto i Governi di tutto il mondo ad ascoltarvi e a prendere sul serio il vostro grido d’allarme?

Nel 2019 tutto il mondo ha riscoperto la propria coscienza ambientalista grazie a Greta Thunberg che dall’agosto 2018 ha iniziato i suoi scioperi. Grazie ai social e ad una comunicazione efficace, la notizia di questa ragazza che scioperava ha raggiunto gli angoli più remoti del Pianeta. Era (ed è) in pericolo il nostro futuro. Per questo siamo scesi in piazza. L’interesse governativo a livello nazionale ed internazionale è arrivato di conseguenza.

Che ruolo ha avuto la pandemia in un contesto in cui l’uomo, come scriveva Leopardi nel Dialogo di un folletto e di uno gnomo, fa di tutto per cercare di estinguersi da solo, guerreggiando, consumando ogni risorsa ed in pratica facendo di tutto per essere contro (la) Natura?

La pandemia ha deviato l’attenzione sulla crisi climatica. Ma è anche giusto così, perché ovviamente tante persone stanno soffrendo; è in pericolo la nostra vita. Però, al tempo stesso, ci ha dato modo di conoscere le cause che l’hanno determinata, tra le quali c’è senza dubbio la deforestazione selvaggia, che ha sconvolto e distrutto interi ecosistemi. Inoltre, siamo entrati in stretto contatto con animali che spesso fungono da serbatoio o sono addirittura vettori di virus come il Covid-19. Ci siamo resi conto che il sistema uomo-ambiente è fragile e può essere gestito solo rispettando l’equilibrio naturale che lo sorregge.

Scrive Carofiglio che “convivere con l’incertezza implica coraggio e un approccio cauto, quindi gentile, al
tentativo di trasformare il mondo”. Come hai potuto conciliare il coraggio del tuo attivismo con la ricerca
scientifica, che sottintende appunto un approccio cauto e critico riguardo ai problemi che affliggono il
Pianeta? Puoi raccontarci il tuo percorso?

Sono partita dai social, passando per l’attivismo. Ora, più passa il tempo più mi accorgo di quanto sia importante divulgare il messaggio ambientalista andando alla radice dei problemi ed analizzando scientificamente le cause e le conseguenze del nostro agire. Il mio obiettivo è quello di dare un contributo da scienziata al problema. Se parli di scienza sei in qualche modo un’attivista perché ti batti per un’ipotesi che va sperimentata e verificata e se sei un’attivista ti occupi di comunicare in modo critico il tuo punto di vista, il tuo stile di vita, i tuoi dati attraverso i social media.

Quale responsabilità senti di avere nei confronti della tua generazione e di quelle future dopo che Forbes Italia ti ha scelta tra i 100 ragazzi italiani under 30 per il tuo contributo in prima linea e per la forza delle tue idee?

Essere tra i 100 ragazzi di Forbes Italia under 30 è una grandissima soddisfazione, non credevo fosse possibile. Sono quelle cose che vedi da bambino e sembrano lontane, impossibili da raggiungere, un sogno, poi ti accorgi che lavorando duramente, con passione, portando avanti ciò in cui credi, alla fine riesci a farcela. Per me vuol dire tanto, anche perché Forbes è una rivista che si occupa di finanza, di start up, di un mondo apparentemente distante rispetto alle questioni ambientali, ma che è invece strettamente collegato ad esse. Mettere una persona che si batte per l’ambiente all’interno della loro classifica è qualcosa di enorme, perché significa una cosa sola: il mondo della finanza sta scommettendo sulla conversione ecologica dell’economia.

Bina Agarwal è stata la prima economista a coniare il termine ambientalismo femminista che indica un approccio complesso verso le tematiche che ruotano intorno al concetto di natura. Da donna, quali difficoltà (e quali eventuali critiche) hai incontrato nel tuo percorso di divulgazione e lotta ai cambiamenti climatici?

Ad oggi non ho mai avuto esperienze significative che abbiano intralciato il mio percorso. Forse questo è accaduto quando ho cominciato a muovere i primi passi verso i miei interessi scientifici, quando ho deciso di raggiungere certi obiettivi, quando ho iniziato a studiare Biologia. La società non è ancora pienamente consapevole di come una ragazza possa diventare scienziata, chirurgo, biologa o amministratore di una grande azienda. Nell’attivismo, invece, ci sono molte ragazze che si espongono. A livello internazionale ho trovato un clima positivo. La figura della ragazza è stata addirittura valorizzata, dando pari opportunità di accesso.

 

Federica Gasbarro, la Greta Thunberg italiana. Cosa pensi quando i giornali italiani aprono gli articoli sui tuoi interventi con queste parole?

A me fa piacere. Molti mi dicono: ma tu sei Federica, non sei Greta! In realtà Greta non è un titolo, non significa essere CEO o Presidente: essere Greta significa voler agire seguendo uno stile di vita ben preciso, è un modo di pretendere un mondo diverso. Sono Greta tutti i ragazzi che scendono in piazza, tutte le persone che vogliono un futuro sostenibile. È un onore essere paragonata ad una ragazza con questa forza, così piccola di età ma così grande nell’affrontare con coraggio i problemi del nostro tempo.

 

Federica ha il volto pulito, dolce e gentile, porta addosso il profumo della libertà. Il suo sguardo è rivolto alle stelle perché ama i sogni ed ha a cuore il futuro del Pianeta. Federica è l’espressione di quello che sarà l’ambientalismo del futuro: la forma più alta di umanesimo, ciò che Telmo Pievani definisce «un umanesimo scientifico, perché dovrà in massimo grado fare tesoro della ricerca scientifica e tecnologica» (La Terra dopo di noi, ContrastoBooks, 2019).

 

Federica Gasbarro è una giovane Attivista per il Clima, studentessa di Scienze Biologiche e autrice di Diario di una Striker, io e Greta dalle piazze all’ONU (Piemme, 2020) e COVID19 e cambiamento climatico: la lotta contro il riscaldamento globale nel tempo dell’epidemia (Piemme, 2020).
Biografia

Daniele Zepparelli. Nato il 2 giugno 1978 a Marsciano (PG). Laureato in Lingue e Letterature Straniere e in Scienze della Formazione Primaria. Maestro di scuola primaria. Socio fondatore di Techne, azienda che si occupa di energie rinnovabili. Ideatore e organizzatore dell’Umbria Green Festival, evento che si svolge ogni anno tra Terni e Narni. Pubblicazioni: Il triste valzer di Mefistofele. Saggio. Secondo al concorso letterario nazionale Premio Città di Castello.

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