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Cieli neri di Irene Borgna vince il Premio Mario Rigoni Stern

Cieli neri di Irene Borgna (Ponte alle Grazie, 2021), dapprima selezionato insieme a Trouver refuge di Stephanie Besson, Ed. Glénat, Berg and Breakfast di Selma Mahlknecht, Ed. Raetia, Autobiografia della neve di Daniele Zovi, Ed. UTET e
menzione speciale per Parete nord di Jean-Marc Rochette e Olivier Bocquet Ed. Ippocampo, ha infine vinto il Premio Mario Rigoni Stern per la letteratura multilingue delle Alpi. A decretare Irene Borgna come la vincitrice dell’undicesima edizione, la giuria composta da Sara Luchetta, Giuseppe Mendicino, Luca Mercalli e Annibale Salsa.

 

Cieli Neri. Come l’inquinamento luminoso ci sta rubando la notte 

Siamo tutti in grado di capire cosa voglia dire la parola «notte», anche se forse non ne abbiamo mai fatto esperienza. Chi vive nel mondo occidentale, soprattutto nelle grandi città, è raro si sia immerso in una notte autentica dove le stelle hanno la forza di bucare la coperta nera del cielo. La luce elettrica, una grande invenzione che ha aperto la porta a migliaia di nuove esperienze, ha inesorabilmente occupato tutto il buio impedendoci di vivere l’altra faccia del giorno, con tutti i suoi doni: le stelle, la Via Lattea, il ritmo sonno/veglia, la poesia dell’oscurità. Irene Borgna, tra le mani una mappa dei cieli neri europei, è partita alla ricerca di quei luoghi che ancora resistono all’inquinamento luminoso.

Dalle Alpi Marittime al Mare del Nord, a bordo di un camper, l’autrice ha compiuto un viaggio per tornare a vivere quelle tenebre che furono divise dalla luce all’inizio del mondo, per capire cosa voglia dire inquinare la notte, per raccontarci gli aspetti economici, antropologici, sociali, poetici e simbolici di quello che potremmo chiamare «uno stato d’animo in via d’estinzione».

Cieli neri di Irene Borgna è stato giudicato in sintonia con i valori e l’opera di Mario Rigoni Stern e in particolare con la forte attenzione del Premio ai temi ambientali e ai problemi dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici.

«Se vincere un premio è già di per sé una cosa gratificante» ha dichiarato l’autrice «il Premio Mario Rigoni Stern per chi scrive di montagna, e tanto più per chi come me ha scelto di viverci e lavorarci, è veramente un sogno che si realizza. Non so, peraltro, se Cieli neri ci sarebbe stato senza la persona e l’opera di Mario Rigoni Stern, che come uomo e come scrittore ha avuto un’enorme influenza su più di una generazione, su persone che avevano e hanno in testa la natura e la ritrovano nei suoi libri. Quest’opera è come una delle tante navi che ritornano sull’altopiano dopo che i libri di Rigoni Stern come dei messaggi in bottiglia si sono sparsi in giro per il mondo. Infine il libro vuole essere un mattoncino nella costruzione di un mondo migliore e più accogliente, che è il mio impegno rinnovato dopo la nascita di mio figlio».

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