Follow us on social

Umbria Green Magazine

  /  Libri e Dintorni   /  La natura è uno spettacolo: le brevi lezioni di meraviglia di Rachel Carson

La natura è uno spettacolo: le brevi lezioni di meraviglia di Rachel Carson

La natura è uno spettacolo meraviglioso, basta saperlo apprezzare. E noi ne siamo ancora capaci? Visto che non esistono lezioni che ce lo possano spiegare, affidiamoci allora al magnifico libriccino di Rachel Carson, pubblicato di recente e meritoriamente da Aboca Editore, che si intitola proprio Brevi lezioni di meraviglia (traduzione di Miriam Falconetti).

Il carattere di attualità di un breve scritto, risalente al 1956 e pubblicato postumo nel 1965, è dovuto alla dimensione ambientalista e pedagogica che rifugge da dettami e che punta al divertimento senza mai scadere in intenti pedanti o moralistici.

Durante lunghe peregrinazioni notturne e poi in occasione di escursioni con un’amica e soprattutto con il nipotino Roger, la biologa madre del movimento ambientalista americano (epocale la sua Primavera silenziosa) ammira il suo amato Maine e ragiona su temi a lei cari, non indugiando su nomi di piante e animali ma puntando al piacere delle cose particolari e alla voglia di farsi trascinare dall’inadeguatezza di fronte alla complessità del creato.

Sentire è più importante di conoscere («Se le nozioni sono i semi che più avanti producono conoscenza e saggezza, le emozioni e le impressioni dei sensi sono il terreno fertile in cui quei semi devono crescere»), così come è fondamentale fare in modo che siano i nostri cinque sensi a lavorare per noi, rivelandosi piacevoli strumenti di scoperta: ecco quindi apparire boschi freschi e vivi e licheni dall’aspetto fatato, felci dalla rigogliosità tropicale e pettirossi, tordi e passeri cantori che dispensano i loro canti.

In un trionfo di ricettività a contatto con le bellezze del cosmo, prevarranno partecipazione, compassione, ammirazione e amore nei confronti del vento, della pioggia, delle stelle e nulla apparirà scontato se sapremo chiederci com’è vedere il mondo per la prima volta, o come sarebbe brutto non poterlo vedere più.

Il segreto per trasformare queste “lezioni” in autentiche condotte di vita risiede nel ricordarsi che abbiamo tutti una grande responsabilità sia verso la natura sia verso l’imprescindibile senso di stupore che essa genera («Le gioie durature (…) non sono riservate solo agli scienziati, ma sono a disposizione di chiunque si lasci ispirare dalla terra, dal mare e dal cielo, e dalla loro vita straordinaria»), motivo ulteriore per contemplare, difendere, curare e rendere eterne le meraviglie naturali, partendo fin dai primi anni di vita.

«Se avessi un qualche influsso sulla fata buona che veglia sul battesimo di tutti i piccoli, chiederei che il suo dono per ogni bimbo del mondo fosse un senso di meraviglia così indistruttibile da durare tutta la vita, come antidoto infallibile contro la noia e il disincanto degli anni futuri, la sterile preoccupazione per cose che sono artificiali, l’alienazione dalle sorgenti della nostra forza».

Biografia

Vincenzo Barometro (Napoli, 1982). Legge, scrive e lavora, talvolta contemporaneamente. Vanta una discreta attività di ghostwriting (tv, web, stampa, comunicazione politica) e dal 2018 cura il blog Letteratume sulla piattaforma Medium.

Articoli simili

You don't have permission to register