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Giornata della Memoria: ricordare attraverso i libri. Letture per bambini e ragazzi

«Ad Auschwitz salutai mio padre, non lo vidi mai più. Quando entrai nel campo avevo 13 anni e non facevo che piangere.
Non avevo più niente, niente. Neppure un fazzoletto per asciugare le lacrime. Non ci avevano lasciato niente. Solo il corpo, un corpo che piano piano diventava uno scheletro. La paura di morire per un passo falso o un’occhiata, ti fa diventare quello che i tuoi aguzzini vogliono che tu sia: che tu diventi disumana, egoista.

Chi è stato ad Auschwitz ha sentito per anni l’odore di carne bruciata: non te lo togli più di dosso. Era una realtà talmente spaventosa che quando mi resi conto che il campo era pieno di mucchi di cadaveri, di scheletri che camminavano come fantasmi, di persone in punizione per un nonnulla, di violenza gratuita che poteva scatenarsi per uno sguardo sbagliato o una parola sussurrata a un altro prigioniero… dentro di me, senza che ne fossi conscia, scattò qualcosa.

Il desiderio di sopravvivenza, fortissimo. Un desiderio selvaggio, primitivo, che era prima di tutto del mio corpo, che voleva farcela, che non voleva arrendersi. Non fu un ragionamento consapevole, ma un istinto di cui mi sono resa conto solo dopo, quando tutto era finito».

 

Con queste parole di Liliana Segre vogliamo ricordare la Giornata della Memoria. Molte sono le iniziativa a livello nazionale e internazionale per commemorare il 27 gennaio, designato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria per ricordare il giorno del 1945 in cui le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

E se è vero che la memoria rende liberi, i migliori strumenti per accedere a questa libertà sono i libri. Qui vogliamo proporre una lista di libri per spiegare e far conoscere a bambini e ragazzi l’Olocausto.

 

La memoria rende liberi. La vita interrotta di una bambina nella Shoah di Enrico Mentana e Liliana Segre pubblicato da Rizzoli (nuova edizione 2019).

Un libro che racconta la storia di Liliana, all’epoca una bambina di otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia. Discriminata come “alunna di razza ebraica”, viene espulsa da scuola e a poco a poco il suo mondo si sgretola: diventa “invisibile” agli occhi delle sue amiche, è costretta a nascondersi e a fuggire fino al drammatico arresto sul confine svizzero che aprirà a lei e al suo papà i cancelli di Auschwitz. Dal lager ritornerà sola, ragazzina orfana tra le macerie di una Milano appena uscita dalla guerra, in un Paese che non ha nessuna voglia di ricordare il recente passato né di ascoltarla. Dopo trent’anni di silenzio, una drammatica depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a lungo rimossa. “Scegliere di raccontare è stato come accogliere nella mia vita la delusione che avevo cercato di dimenticare di quella bambina di otto anni espulsa dal suo mondo. E con lei il mio essere ebrea”. Enrico Mentana raccoglie le memorie di una testimone d’eccezione in un libro crudo e commovente, ripercorrendo la sua infanzia, il rapporto con l’adorato papà Alberto, le persecuzioni razziali, il lager, la vita libera e la gioia ritrovata grazie all’amore del marito Alfredo e ai tre figli.

La storia di Anna Frank raccontata da Lia Levi, con i disegni di Barbara Vagnozzi, Gallucci
Tanto tempo fa Anna viveva felice ad Amsterdam. Ma a 13 anni la sua vita cambiò: per sfuggire ai soldati di un imperatore malvagio, la sua famiglia fu costretta a rifugiarsi in un nascondiglio segreto nella speranza di salvarsi. A tenerle compagnia aveva solo il diario Kitti, al quale confidò i suoi pensieri come a un’amica.
La vicenda di Anna Frank proposta in un formato adatto ai bambini di 7 anni con il testo di Lia Levi: la vita quotidiana nella clandestinità, la paura della guerra, i sentimenti e i desideri confidati al celebre Diario scritto nell’alloggio segreto dove si nascose invano nel tentativo di sfuggire alla deportazione, tra il 1942 e il 1944.

Il silenzio di Mosca di Marina Jarre, Einaudi (2008)
«Rimanga dunque intanto una fiaba ai miei nipoti, una fiaba che parla di piante, di animali e d’amore. Di solitudine. D’amore con qualche inevitabile, selvaggia complicanza, è ovvio. Le nonne si nascondono nelle fiabe che raccontano, non diversamente la nonna di Cappuccetto Rosso si nascondeva nella pancia del lupo».
L’autrice sceglie così di raccontarsi in tre «conversazioni narrative». Nella prima (Sulla guerra, con Pavel) il tema è la guerra – un’angoscia che permane, un dolore indistruttibile – rievocata attraverso una scena drammatica e irreale: una sfilata di prigionieri tedeschi per la periferia e il centro di Mosca il 17 luglio del 1944 (i vincitori vinti che sfilano davanti ai loro nemici, nel cuore della città che non sono riusciti a conquistare), 57600 uomini che camminano nel silenzio più assoluto, «soldati banalmente vinti, non partecipi di un qualsiasi mito, massa informe, sospesi durante quella giornata in un vuoto di abominio». La seconda (Sulla guerra, sull’amore, sulla solitudine, con Patti) ruota intorno ai tanti distacchi della vita: il primo amore, la vedovanza, ma anche gli animali e le piante amate, per arrivare a tutti quelli che saremo noi a lasciare. Nella terza (Sull’amore, sull’amicizia e sulla guerra, con Gino) si racconta una storia d’amore lunga sessant’anni: il giovane Gino Moretti apparteneva all’83a compagnia dei telegrafisti in marcia in Ucraina con l’alleato tedesco nel 1942, e scrisse alla moglie Anita 144 lettere in dieci mesi. Rileggere insieme a lui quelle parole dopo tanto tempo rappresenta un’occasione per riflettere sulla vita intera. Sui momenti difficili, sulla durata, sulla passione, sulla caducità. Sui fili segreti che stanno tesi dentro ogni matrimonio.

Heimat. L’album di una famiglia tedesca di Nora Krug, Einaudi (2019)
Una giovane donna alla ricerca delle proprie radici che affondano nel periodo e nel luogo piú complessi del Novecento: la Germania hitleriana. Nora Krug setaccia archivi, colleziona foto, scova cimeli, rievoca memorie per ricostruire le vicende della sua famiglia e comprendere che ruolo essa abbia avuto durante il Nazismo. Il risultato, poetico e commovente, è una graphic novel di rara potenza immaginifica che si interroga su un senso di colpa collettivo che non accenna a disperdersi.

Il Giorno della Memoria raccontato ai miei nipoti di Lia Levi, Piemme (2021)
In un dialogo fatto di domande, curiosità e riflessioni, Lia Levi racconta il significato del Giorno della Memoria. Attraverso le date della Storia, a partire dal 27 gennaio 1945, ripercorre la sua infanzia segnata dalle Leggi razziali e dall’occupazione nazista. Ma lo fa in modo speciale, rivolgendosi ai suoi nipoti e a tutti i giovani lettori che negli anni ha incontrato nelle scuole d’Italia e che le hanno posto migliaia di domande. Un libro pieno di saggezza e di amore, che tutti i ragazzi dovrebbero leggere.

L’albero della memoria. La Shoah raccontata ai bambini di Anna Sarfatti, Michele Sarfatti, illustrazioni di Giulia Orecchia, Mondadori (2013)
Samuele Finzi e la sua famiglia vivono a Firenze, seguendo i precetti della tradizione ebraica. Nel giardino della loro casa c’è un vecchio olivo, nella cui cavità Sami ripone i suoi “tesori”. Ma con l’emanazione delle leggi antiebraiche la vita dei Finzi cambia per sempre: i genitori entrano in clandestinità, Samuele si deve nascondere in collina, mentre i suoi tesori rimangono nell’olivo.

Scolpitelo nel vostro cuore di Liliana Segre con le illustrazioni di Pia Valentini, Piemme (2018) 
Il messaggio che l’autrice vuole lasciare è pieno di speranza: non solo perché la protagonista è riuscita a sopravvivere al Male, ma perché la Storia ha punito i responsabili di quelle atrocità di cui è stata vittima. È solo grazie alla fede nella libertà, nell’amore e nella sua immensa voglia di vivere che Liliana ha raccontato in questi anni nelle scuole la sua esperienza di bambina e poi ragazza ebrea, dall’inizio della persecuzione razziale in Italia fino alla liberazione da Auschwitz.

Le valigie di Auschwitz di Daniela Palumbo, Piemme (2019)
le storie di quattro ragazzini si incrociano negli anni delle leggi razziali in Europa. Dawid è in fuga dal ghetto di Varsavia con il suo violino; Carlo adora nascondersi nei treni; Hanna passa le notti a contare le stelle sperando che riportino sano e salvo a casa suo fratello; Émeline non sopporta la stella gialla che è obbligata a portare sul cappotto.
I loro occhi narrano la deportazione in modi diversi: è un libro adatto da leggere ad alta voce in classe che permette di affrontare molti temi diversi, dalla paura all’amicizia.

A un passo da un mondo perfetto di Daniela Palumbo, Piemme (2019)
È il 1944 quando Iris, undicenne, deve traslocare insieme ai genitori in un paese vicino a Berlino. Il padre, capitano delle SS, è stato promosso a vice comandante di un campo di concentramento. La nuova casa è bellissima e ha un giardino immenso, tenuto da un uomo che indossa sempre una divisa a righe. A Iris è stato proibito di parlare con lui: è ebreo dicono i suoi genitori. Lei però è molto curiosa: comincia così un’amicizia segreta fatta di regali nascosti nel capanno degli attrezzi e disegni abbozzati su un quaderno. Iris scoprirà che il mondo in cui vive non è perfetto come credeva: in questa storia vengono messe in luce le relazioni tra ragazzi e adulti, con un’attenzione particolare a come si può essere sé stessi anche se le persone che amiamo sono molto diverse da noi. Non è detto che siamo noi in errore: bisogna ragionare su cosa è giusto o sbagliato perché a volte sono proprio gli adulti a essere nel torto.

Una bambina e basta di Lia Levi, Harper Collins (2020). Edizione illustrata da Zosia Dzierzawska
A 25 anni dalla prima pubblicazione di Una bambina e basta (edizioni e/o, 1994), Lia Levi ripercorre la sua storia al tempo delle leggi razziali e ne fa dono ai bambini di oggi. Lia ha appena finito la prima elementare, quando la mamma le dice che a settembre non potrà più tornare in classe. Mussolini, che comanda su tutti, non vuole più i bambini ebrei nelle scuole. In realtà non vuole gli ebrei a Torino, dove Lia abita con la famiglia, né a Milano e nemmeno a Roma. Non li vuole da nessuna parte. Con le valigie sempre in mano, i perché nella testa di Lia crescono ogni giorno. Perché il papà ha perso il lavoro? Cosa importa a Mussolini se alcuni bambini vanno a scuola e altri no? Perché la tata Maria non può più stare con loro? Perché non può essere solo una bambina, una bambina e basta?

L’amico ritrovato di Fred Uhlman, Feltrinelli (1979)
Germania, 1932. Due ragazzi di sedici anni frequentano la stessa scuola esclusiva a Stoccarda. Uno è figlio di un medico ebreo, l’altro è il rampollo di una ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un’amicizia del cuore, un’intesa perfetta e magica. Ma il Paese in cui vivono i ragazzi sta cambiando profondamente. Riuscirà la loro amicizia a non essere spezzata dalla Storia? Racconto di straordinaria finezza e suggestione, L’amico ritrovato è apparso nel 1971 negli Stati Uniti ed è poi stato pubblicato ovunque con un travolgente successo di pubblico e critica.

Fino a quando la mia stella brillerà di Liliana Segre e Daniela Palumbo, Pickwick
La sera in cui a Liliana viene detto che non potrà più andare a scuola, lei non sa nemmeno di essere ebrea. In poco tempo i giochi, le corse coi cavalli e i regali di suo papà diventano un ricordo e Liliana si ritrova prima emarginata, poi senza una casa, infine in fuga e arrestata. A tredici anni viene deportata ad Auschwitz. Parte il 30 gennaio 1944 dal binario 21 della stazione Centrale di Milano e sarà l’unica bambina di quel treno a tornare indietro. Ogni sera nel campo cercava in cielo la sua stella. Poi ripeteva dentro di sé: finché io sarò viva, tu continuerai a brillare.

 

Concludiamo con le parole di Anne Frank scritte nel suo diario poi ritrovato dal padre nel 1947 e tradotto fino ad oggi in 70 lingue:

«Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ci ucciderà, partecipo al dolore di migliaia di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno la pace e la serenità».

Tratto da Anne Frank. Diario. L’alloggio segreto, 12 giugno 1942 – 1° agosto 1944. Edizione definitiva a cura di Mirjam Pressler approvata dall’Anne Frank Fond edita in Italia da Enaudi.

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