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Umbria Green Festival 2022: come disattendere e ripensare il presente

Se il periodo che stiamo vivendo fosse già stampato sui libri di storia e gli insegnanti del futuro potessero parlarne in classe con la giusta distanza prospettica, probabilmente lo classificherebbero come uno di quei momenti storici di cesura, che segnano irreversibilmente una transizione e, in ultima analisi, una profonda crisi: crisi climatica, crisi pandemica, crisi degli assetti geo-politici mondiali, con tanto di guerra e minacce nucleari a completare il quadro. Le conseguenze immediate sono già sconvolgenti: i prezzi delle materie prime sono alle stelle e gli indicatori economici stanno crollando. Il petrolio è ai suoi massimi storici, come anche i prezzi all’ingrosso dell’energia.

I più ottimisti sostengono che questa guerra potrebbe accelerare la rivoluzione verde, facendo aumentare le pressioni politiche sui governi di Stati Uniti ed Europa affinché riducano la dipendenza dal petrolio e dal gas russi e costringendoli a mettere in piedi un numero maggiore di progetti di energia eolica e solare. Per altri, invece, quello che sta accadendo non è altro che un cambio di fornitore di metano e derrate alimentari, dalla Russia agli USA, la riapertura al carbone, l’impegno a portare al 2% del PIL le spese militari. Insomma, una sottrazione di energie e investimenti alla transizione ecologica e al perseguimento degli obiettivi dell’agenda 2030.

Quello che è certo è che gli ultimi mesi hanno giocato nelle nostre vite un ruolo di catalizzatore, in una partita in cui già la pandemia aveva indotto ciascuno di noi a riconsiderare le proprie abitudini, le priorità, la percezione del tempo, del lavoro, in una tensione di desiderio verso stili di vita meno affannati e più sostenibili: ci siamo resi conto, forse, che vale la pena soffermarsi su cosa sta accadendo dentro e fuori di noi e che non siamo più disposti a procedere per automatismi, lavorando, consumando, inquinando, invecchiando senza essercene nemmeno accorti.

Questa rivoluzione copernicana, che rimette al centro l’ascolto dei nostri bisogni e di quelli del pianeta, può diventare davvero possibile, tuttavia, solamente laddove si colgano gli spiragli di luce che filtrano dai crepacci del momento presente, un momento critico appunto. Come mi piace sempre ricordare ai miei studenti, infatti, la parola “crisi” cela in sé un significato assai più complesso e prolifico di quanto non sembri, dentro al quale forse possiamo cercare delle risposte: “crisi” deriva dal verbo greco krino, che letteralmente significa “separare, cernere, distinguere”, e assume dunque nel sostantivo krisis l’accezione di “scelta”. Ecco allora che questa nostra epoca controversa, in quanto bivio storico di fronte al quale si erge l’umanità intera, è portatrice di un immenso pericolo, da una parte, ma allo stesso tempo ci offre immense opportunità di scelta, che potrebbero finalmente condurci sulla strada del cambiamento, così da sovvertire un modello di sviluppo e di esistenza che ha ormai da tempo esaurito il suo corso.

Le energie rinnovabili, la mobilità elettrica e l’adozione di stili di vita a basso impatto ambientale e più in equilibrio con i nostri reali bisogni sono questioni che non possono più essere rimandate. Troppo spesso oggi si finisce per parlare di futuro attraverso slogan e abusi di vario tipo, cosicché quello stesso futuro diventa un mero oggetto di marketing e meta imprecisata, lontana, che ritarda sempre di più la nostra presa di responsabilità. Forse è il presente che merita la nostra attenzione, a partire da piccoli grandi gesti che possano attivamente disinnescare – un ingranaggio alla volta – questo grande meccanismo complesso che ci chiede di essere rimesso a nuovo. E per farlo serve riflettere insieme, lavorare in sinergia, poiché per problemi complessi, poggiati su un ampio reticolo di variabili, non basta un’unica azione risolutiva, ma bisogna fare ricorso a una summa di competenze generate dai vari ambiti, che possano davvero incidere sulla mentalità e sulla consapevolezza di ciascuno di noi. Ecco allora che scienza, filosofia, letteratura, arte diventano il deposito di voci, prospettive, sguardi cui attingere in maniera composita e profonda per ridisegnare il mondo in cui viviamo.

Questo è quello che si propone l’Umbria Green Festival: fungere da cenacolo intellettuale in cui, come accadeva negli antichi caffè letterari, ci si possa sedere a un tavolo, concedendosi il tempo del pensiero, il tempo della riflessione, il tempo del confronto e della costruzione delle idee. In una società che viaggia velocissima e nella quale non ci è concesso fermarci, poiché il profitto e il raggiungimento di obiettivi concreti sono tutto ciò che conta davvero, il Festival ci offre la possibilità di disattendere la corsa dissennata delle nostre giornate, per metterci in ascolto. Marco Paolini, Umberto Galimberti, Ilaria Capua, Giuseppe Gibboni, Paolo Rumiz, Gloria Campaner sono solo alcuni degli ospiti dell’edizione 2022, che dal 20 agosto al 18 settembre accoglierà un incredibile ventaglio di scienziati, artisti, scrittori, filosofi pronti a dare la loro visione sul presente, sui temi ambientali, sui concetti di green e sostenibilità.

Non basta questo, però, a fare dell’Umbria Green Festival un evento cui guardare con ammirazione: Techne, azienda che ha dato vita alla rassegna, ha ritenuto infatti opportuno, in linea con la volontà dei propri stakeholder, rendicontare il suo operato Green con l’obiettivo di aprirsi al mondo esterno in qualità di attore virtuoso del cambiamento e come modello di realizzazione di strategie sostenibili. Da ciò nasce il cosiddetto bilancio di sostenibilità che, attraverso dati concreti, dimostra la capacità della macchina organizzativa del Festival di abbattere, nel corso di tutto l’anno, l’impatto della manifestazione sull’ambiente, grazie all’utilizzo di auto elettriche, alla costruzione di impianti fotovoltaici e non solo. Un evento di spettacolo e divulgazione capace di auto-generarsi e di fungere da modello positivo. Insomma, possiamo dirlo a buon diritto: un vero e proprio festival a impatto zero.

Biografia

Maria Palma Cesarini si è laureata in Lettere con una tesi in lingua e letteratura latina. Nel 2018 si è diplomata in scrittura creativa alla scuola Holden. Attualmente vive a Torino, dove insegna letteratura e porta avanti il progetto culturale Fluminamea che, in collaborazione con Umbria Green Festival, ha dato vita al format Risorgive Letterarie. I suoi racconti sono usciti su Atomi, Retabloid, Bomarscé, OMNI e Vitamine Vol. A.

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