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Verso l’educazione alla sostenibilità: alla (ri)scopertà della natura

A tutti sarà capitato, almeno una volta nella vita, di pronunciare la parola ambiente ed associarci emozioni e sensazioni.
Spesso esse sono frutto del nostro stato d’animo, dell’idea che abbiamo di quello che ci circonda e di come vorremmo che fosse.

Basta pensare per un attimo a quante volte pronunciamo la frase: l’ambiente dove lavoro fa schifo, oppure la città o il paese dove vivo non è un bell’ambiente, bene, senza volerlo in quei momenti stiamo esprimendo una nostra condizione interiore e probabilmente anche un desiderio di cambiamento legato a tutto quello che ci circonda.

L’ambiente infatti è un sistema complesso di fattori fisici, chimici e biologici, di elementi viventi e non viventi e di relazioni in cui sono immersi tutti gli organismi che abitano il Pianeta terra. Per semplificarla, a mio modo di vedere basterebbe pensare ad un luogo che non siamo abituati a frequentare; ad una collina o a una valle fiorita, ad una stradina di campagna da dove si intravedono antichi casolari circondati da campi coltivati a frumento, ad un sentiero che si immerge in una fitta boscaglia, per capire che cosa potremmo perdere in un prossimo futuro.

Riscoprire la natura incontaminata come antidoto all’alienazione e alla pervasiva mollezza della società, come direbbe Jon Krakauer. L’ambiente è come un regalo che si rinnova ogni giorno. Questo vale sia per i luoghi portati come esempio che per i medio-grandi centri urbani e le grandi metropoli, dove le soluzioni migliorative possono sembrare difficili o impossibili da attuare.

Non è così, perché esempi di città a misura d’uomo, città che si stanno riconvertendo dal punto di vista energetico ne esistono parecchie, ed in questi luoghi l’arte e la cultura prosperano.  È inevitabile quindi concludere che l’educazione ambientale, sin dalla scuola primaria, è di fondamentale importanza per creare i cittadini del futuro, per fare in modo che gli esseri umani crescano in maniera consapevole, avendo rispetto e cura dell’ambiente.

Le persone devono essere esposte al mondo naturale. Hanno bisogno di avere accesso a foreste, montagne, canyon e praterie, scrive ancora Krakauer.

Formare ed educare alla sostenibilità è, prima di tutto, far scoprire ai discenti l’ambiente che li circonda, far vedere loro con occhi diversi i vari fenomeni naturali che caratterizzano ogni luogo e le opere dell’uomo, nel bene e nel male, ma questo costa sacrifici, sia da parte di chi da cittadino a volte si sente impotente, perché pensa di non avere in mano gli strumenti necessari per agire, sia da parte di chi legifera, perché dovrà operare con conoscenza ed onestà intellettuale, per poi mettere a disposizione di tutti noi ogni elemento utile per coinvolgerci e renderci consapevoli di quanto possiamo fare tutti insieme per l’ambiente. Insomma, dipende da noi.

Biografia

Mi chiamo Michele Spoleti. Ho 51 anni con una lunga storia lavorativa alle spalle, iniziata nel 1991 in una famosa azienda di laterizi del territorio e proseguita fino al 2014, anni in cui la mia vita cambiò a causa di una situazione aziendale che vide me ed altre 24 persone ritrovarsi nella condizione di ricominciare da un’altra parte. Così è stato, perchè ho avuto diverse esperienze lavorative, finchè ora mi ritrovo a vivere in Romagna, a Cesenatico, e chissà che la vita non mi riservi altre piacevoli sorprese.

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