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sperimentazione di Maria Pia Campagna

Archivi Sostenibili: l’arte a servizio della sostenibilità con San Marino Green Festival

San Marino Green Festival è promotore di attività legate al mondo della ecosostenibilità, dell’economia circolare e della lotta ai cambiamenti climatici. Tra le attività sostenute dal festival, gli Archivi Sostenibili sono «una raccolta permanente di opere d’arte devolute al San Marino Green Festival che si impegna a renderle fruibili ad un pubblico sempre più vasto, anche attraverso conferenze, laboratori e mostre itineranti».

«Abbiamo creduto sin dall’inizio nelle potenzialità che arte e creatività hanno nel riuscire a destare interesse e a veicolare messaggi di natura ambientale» ha commentato Gabriele Geminiani, ideatore del festival.

Forti di questa idea, gli “Archivi sostenibili” del San Marino Green Festival, che oggi trovano sede nella Casa del Castello di Borgo Maggiore, si inseriscono a pieno titolo nell’unione tra arte e sostenibilità.

L’idea è partita dal patron dell’evento, Gabriele Geminiani, per cercare di parlare di mondo green partendo dalla creatività di ognuno e sviluppando una rete di artisti in grado di declinare al meglio il concetto di sostenibilità.

Come storica e critica d’arte, ho curato l’iniziativa, una sfida e un invito a ragionare sulle frontiere attuali e partecipate dell’arte. Ma anche una ‘denuncia’ attraverso gli strumenti delle arti visive verso il conflittuale rapporto dell’uomo con la natura e il cattivo uso delle risorse.

L’arte ha avuto il privilegio di affacciarsi per prima a raccontare gli aspetti naturali, dalle pitture e le incisioni rupestri agli affreschi e alle decorazioni delle grandi civiltà greco-romane fino ai paesaggi dell’epoca romantica per arrivare ad essere tema principale nell’arte impressionista. Nell’arte contemporanea il binomio arte e natura sembra a volte invertirsi, specie quando alla natura si attribuisce la prerogativa di avvalersi della propria forma, senza essere ‘tradotta’ o rappresentata.

Oggi l’arte è capace di interpretare i dissidi, le contraddizioni, le violazioni sulla realtà del pianeta, più di ogni altra epoca passata. Entra in gioco l’arte ambientale come processo artistico in cui l’artista si misura direttamente con l’ambiente, nella sua dimensione ecologica, ma anche sociale e politica. L’arte è stata interpretata lungamente come mimesis, ovvero imitazione della realtà. Poi ad un certo punto (nel Novecento) si interrompe questa relazione di pensiero e di rapporti. L’oggetto reale entra in scena, irrompe e si sfaldano i principi della rappresentazione della realtà.

Ci sono stati passaggi e cambiamenti apripista avuti nel secolo scorso, a partire dal coinvolgimento dello spazio reale nell’opera progettata dagli artisti, già dagli anni Cinquanta, che ha interessato quasi tutte le correnti, dal Neo Dadaismo, all’Arte Povera all’Arte Concettuale. Dalla Land Art che si avvaleva di interventi o modificazioni sull’ambiente come la celebre Spiral Jetty di Robert Smithson alla passerella di plastica arancione sul Lago di Iseo di Christo realizzata nel 2016 (la Floating pears) che ha totalizzato chilometri di code di visitatori, alla Assemblage and Recycled Art fino ad arrivare alle esperienze della Street Art.

Molti di questi linguaggi sono rintracciabili negli Archivi Sostenibili di San Marino Green Festival: dai progetti audiovisivi dello spagnolo José-Joaquin Beeme, promotore della Fundacion del Garabato, alle divagazioni neo pop intrise di controcultura del grafico e illustratore Perry Colante alias Andrea Zonzini, dall’arte etica che si avvale di un’estetica del riciclaggio, a indumenti indossabili della romana Annamaria Scocozza. Ma ci sono anche i raccoglitori-collezionisti di cose perdute, con i giocattoli ‘dimenticati’ di Marco Genzanella e le sculture e i disegni di Giovanni Giulianelli. Non mancano le immagini fotografiche dell’Amazzonia della reporter Elisabetta Zavoli, quelle dei paesaggi rinaturalizzati, dei litorali e degli spiaggiamenti dopo le burrasche di Sandro Cristallini, le vedute del Delta del Po di Giorgio Busignani, l’immagine riciclata presa dai media di Piero Delucca e le sperimentazioni di Maria Pia Campagna (in foto).

Tra le ultime opere pervenute, il Totem di Leonardo Blanco facente parte dell’installazione intitolata ‘Sciami’ che utilizza legni di reimpiego sottoposti ad una azione estetica; dal loro interno, come accade negli alberi cavi, scaturiscono forme aggettanti di materia metallica, come sciami di insetti dal cuore di un favo segreto. Il cartone alveolare di cui è costituito l’interno dei legni prefigura una nota ecologica, ricordando le cellette degli alveari e l’allarmante estinzione delle api, minacciate da pesticidi e dalla distruzione degli habitat naturali e dai cambiamenti climatici.

Ciò che è importante in questo momento è capire come leggere gli eventi contemporanei, sfruttando i fenomeni artistici come speciali ‘lenti per l’analisi delle crisi ecologiche e climatiche globali’ e capire come persino la pandemia attuale sia un paradigma di una civiltà ormai fallace.

Biografia

Annamaria Bernucci svolge attività di storica e critica d’arte e lavora attualmente ai Musei Comunali di Rimini. Si è occupata di incisione, disegno e storia urbana. Ha curato numerose mostre e cataloghi di artisti contemporanei e ha indagato aspetti dell’arte in Romagna tra Ottocento e Novecento.

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