Zero sprechi nel carrello. Il progetto i-REXFO: dalla riduzione al riutilizzo degli scarti alimentari
Produrre energia partendo da rifiuti alimentari è possibile, lo ha dimostrato il progetto i-REXFO che dal 2017 ha scelto l’Umbria come regione pilota. Promosso e coordinato dal Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Perugia, i-REXFO ha come primo obiettivo la sensibilizzazione dei consumatori sulle buone pratiche per combattere lo spreco alimentare, cominciando proprio dai più piccoli con numerose attività nelle scuole di Perugia e Terni.
Una campagna di informazione che lavora su più fronti, dai consigli utili per chi va a fare la spesa (una brochure ci ricorda che fare la spesa a stomaco vuoto potrebbe indurci a comprare più del necessario), alle doggy bags distribuite ai ristoranti (ad oggi più di 100 mila in tutta la regione) per permettere ai clienti di portarsi a casa gli avanzi del pasto, e ancora semplici istruzioni su come disporre il cibo nel frigorifero e leggere la data di scadenza dei prodotti alimentari, o stimolare la creatività ai fornelli per ricette che sappiano valorizzare gli scarti che altrimenti verrebbe buttati.
Con un quarto della popolazione mondiale sulla soglia di povertà, ridurre i consumi e lo spreco dei prodotti alimentari diventa un obiettivo cruciale, soprattutto se si pensa che ogni anno, a livello globale, circa un terzo del cibo prodotto viene buttato (a volte direttamente gettato in discarica senza neanche passare per la filiera della distribuzione).
Il progetto però non si ferma qui perché, ispirandosi all’esperienza del premio Nobel per la Pace Muhammad Yunus e alla sua rivoluzionaria idea di economia circolare che ha permesso a migliaia di persone di sfuggire alla povertà, i-REXFO lavora anche allo sviluppo di una vera e propria rete economica, innovativa e sostenibile.
Il cibo scaduto o esteticamente non appetibile, quindi, non è sempre da scartare ma, soprattutto, come ha spiegato l’ingegnere Francesco Fantozzi lo scorso aprile a TEDxPerugiaStudio, può in ogni caso essere fonte di energia, confermando la sostenibilità economica e ambientale dell’intero progetto.
Dopo la riduzione e il recupero del cibo in eccedenza, il riutilizzo chiude il cerchio di pratiche virtuose innescate da i-REXFO. Per ottimizzare la raccolta del cibo scaduto e la produzione di biogas che ne deriva, gli studenti del Dipartimento di Ingegneria di Perugia sono stati coinvolti in una serie di ricerche confluite nello sviluppo di un software open-source scaricabile online che dà accesso ad un database con centinaia di alimenti e i rispettivi potenziale di rilascio di metano: si può scoprire, per esempio, che il cioccolato ne rilascia molto più delle carote. Infine, incrociando questi dati alla geolocalizzazione dei siti di raccolta, ogni utente può valutare e scegliere autonomamente cosa è più conveniente andare a recuperare e dove.
Seguendo questo modello, si stima che la sola popolazione umbra arriverebbe a produrre 3400 tonnellate in meno di rifiuti alimentari per anno e le emissioni di CO2 legate all’intera filiera di produzione, distribuzione, utilizzo e fine vita subirebbero una contrazione annua di 8500 tonnellate.