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Giornate FAI di primavera: l’intervista a Nives Tei Coaccioli, Presidente Regionale dell’Umbria

In occasione delle giornate FAI di primavera in programma sabato 15 e domenica 16 maggio 2021, abbiamo intervistato l’avvocato Nives Tei Coaccioli, Presidente Regionale dell’Umbria di Fondo Ambiente Italiano-FAI. E’ stato un momento di confronto e riflessione importante sulla valorizzazione del patrimonio culturale della nostra regione in termini di rispetto, sostenibilità, attività che guardano al futuro e coinvolgimento delle giovani generazioni.

 

Quando ha deciso di avvicinarsi al FAI e di intraprendere la carriera come rappresentante della regione Umbria?

Ho sempre ritenuto che il volontariato sia un elemento imprescindibile nella vita di ognuno, un modo per sdebitarsi verso la comunità che ci ha cresciuti ed educati. Sono iscritta da molto tempo al FAI, è questo il primo modo per avvicinarsi alla Fondazione e per sostenerla. Ricordo che ancora non erano state inaugurate delegazioni in Umbria e quindi facevo riferimento a quella di Roma. Con la Presidenza regionale di Ilaria Borletti Buitoni sono stata invitata a partecipare al
volontariato nel FAI in Umbria per dare il mio apporto, sono stata nominata dapprima Capo Delegazione di Perugia e in seguito Presidente regionale del FAI Umbria. Vorrei specificare che non si entra al FAI per fare “carriera”, ognuno dà quello che può in termini di tempo, energie, esperienze, competenze professionali; siamo tutti volontari, ugualmente importanti indipendentemente dalle cariche ricoperte.

Le giornate FAI 2021 hanno un significato ancora più importante alla luce delle riaperture di musei ed enti dedicati alla cultura. Quali sono, in questo senso, gli obiettivi che vi siete posti anche in un’ottica di riscoperta dei luoghi più suggestivi della nostra regione?

Il nostro desiderio più grande è consentire a tutti coloro che lo desiderano di riappropriarsi della bellezza del patrimonio d’arte e di natura della nostra regione. Tutti noi volontari, rispettando scrupolosamente le indicazione del lockdown e dei vari decreti per il contenimento del contagio da covid 19, abbiamo condiviso con gli Italiani la sofferenza di dover rinunciare a quanto sentiamo benefico per il nostro benessere: la bellezza, il vivere i luoghi che più amiamo o scoprire quelli che ancora non conosciamo ma che già sentiamo nostri. Tornare a vivere l’esperienza gratificante della vicinanza alla bellezza, all’arte, alla natura ci aiuterà a curare le ferite che la pandemia ci ha procurato e a lottare ancora più tenacemente per la tutela e la salvaguardia di quanto appartiene alla collettività e quindi a ciascuno di noi.

Il rapporto tra uomo e ambiente viene celebrato dal FAI anche attraverso i numerosi appuntamenti oltre alle attività rivolte ai cittadini, dai più grandi ai più piccoli. L’Italia, più di ogni altro Paese, ben rappresenta questo sodalizio uomo-natura. Nell’ultimo convegno FAI si è parlato di questo rapporto sotto la lente della pandemia ancora in corso. Tra gli interventi su questa linea è importante ricordare Massimo Recalcati, su Il trauma e la ripartenza, il professore Guido Tonelli con Genesi, dall’universo ai simboli e il biologo Telmo Pievani che ha parlato de L’intreccio di Natura e Cultura nell’evoluzione umana. Ci si chiedeva, durante il convegno, quale ambiente salvare. Cosa risponderebbe?

Potrei porre la domanda diversamente: possiamo pensare che esista un ambiente che non merita di essere salvato? Credo che la riflessione principale da fare sia quella che ci porta a considerare l’ambiente e l’uomo come un tutt’uno, come due manifestazioni complementari in cui l’una non possa fare a meno dell’altra per esprimersi appieno.

Natura, storia, ambiente, ecologia, sostenibilità. Quale significato assumono queste parole alla luce di tutto ciò che il FAI sta facendo sia a livello regionale che nazionale?

Credo che, soprattutto dopo l’esperienza della pandemia, sia ormai chiaro ai più che tutti gli elementi che ha citato concorrono reciprocamente alla qualità della vita delle persone, a costruire un nuovo modo in cui l’uomo, riconoscendo dignità e valore al contesto in cui vive, ne beneficia maggiormente e innesca, di conseguenza, circoli virtuosi per sé stesso e per la comunità.

Quali sono le sfide da affrontare nel prossimo futuro nella regione Umbria? 

La nostra è una splendida regione e merita di essere tutelata e valorizzata nella sua totalità. Abbiamo tanti tesori disseminati in tutto il territorio che a fatica noi stessi conosciamo. L’obiettivo sfidante che dobbiamo perseguire è quello di riuscire a coniugare, in maniera sempre più armonica, le esigenze della contemporaneità con l’eredità paesaggistica, ambientale, culturale che abbiamo ricevuto dal passato e che costituisce la nostra più profonda identità. Non potremo però ottenere nulla di significativo se non coinvolgeremo in questo processo di crescita culturale tutti i cittadini, dai più grandi ai più piccoli. Ecco dunque la vera sfida, sensibilizzare le coscienze e far comprendere quanto sia importante che ciascuno faccia la sua parte.

 

Nives Tei Coaccioli è avvocato, iscritta all’Albo degli Avvocati di Perugia dal 1993. Associazioni: Fondo Ambiente Italiano-FAI (Presidente Regionale dell’Umbria), Associazione Amici della Musica – Perugia (Vice Presidente), Volumnia Editrice S.r.l. – Perugia, Soroptimist Club Perugia (Delegata).
Biografia

Sara Durantini (San Martino dall’Argine – Mantova, 1984) consegue la laurea magistrale in lettere moderne presso l’Università degli studi di Parma nel 2009. Vincitrice dell’edizione 2005-2006 del Premio Tondelli per la sezione inediti con il lungo racconto L’odore del fieno, nel 2007 pubblica il suo primo romanzo, Nel nome del padre, con la casa editrice Fernandel. Da oltre dieci anni scrive articoli per riviste letterarie online e cartacee. Dal 2011 cura il blog letterario corsierincorsi.it. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati in diverse antologie collettive fra cui Quello che c’è tra di noi, a cura di Sergio Rotino (Manni Editore, 2008), Dizionario affettivo della lingua italiana, a cura di Matteo B. Bianchi e Giorgio Vasta (Fandango Libri, nell’edizione 2009 e 2019), Orbite vuote, a cura di Marco Candida (Intermezzi Editore, 2011), oltre ad un approfondimento su Massimo Bontempelli accolto nel saggio L’unica via è il pensiero a cura del professore Hervé A. Cavallera (Intermedia Edizioni, 2019). Nel 2021, Sara Durantini ha pubblicato L’evento della scrittura. Sull’autobiografia femminile in Colette, Marguerite Duras, Annie Ernaux per la casa editrice di Milano 13 lab Editore.

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