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Galaverna e “neve da nebbia”. Genesi e caratteristiche del particolare fenomeno meteorologico a Foligno nel Gennaio 2022

Ringraziamo l’autore, Filippo Mazzolini, per l’approfondimento che riportiamo di seguito sul fenomeno climatico che ha colpito il nostro Paese proprio nei giorni scorsi.

Filippo Mazzolini, 38 anni e residente a Foligno (PG), architetto libero professionista da sempre appassionato di meteorologia e fenomeni naturali. Ho fondato, insieme ad altri amici con cui condivido la stessa passione, il portale www.meteofoligno.it (già Folignometeo) e la pagina Facebook “MeteoFoligno”. Qui gestiamo e condividiamo più di 10 webcam ed altrettante stazioni meteo semi-professionali, articoli, contenuti multimediali ed un accurato bollettino meteo per il nostro territorio.

 

Durante i giorni 17, 18 e 19 Gennaio 2022 l’Italia è stata interessata da un forte campo di alta pressione. L’inversione termica (fenomeno tipico dell’inverno, in cui l’aria fredda, più pesante, si “schiaccia” al suolo comportando temperature più fredde in pianura rispetto ai rilievi circostanti) da esso generata ha dato luogo alla formazione di estese nebbie sulle valli dell’Italia settentrionale e centrale, compresa la Valle Umbra.

 

 

La città di Foligno ha, infatti, registrato in quei giorni temperature minime e massime molto inferiori ai rilievi che la circondano. Il perdurare dell’inversione termica, unito a valori in quota piuttosto freddi, ha portato i termometri a scendere diversi gradi sotto lo zero durante la notte ed al primo mattino, generando due particolari fenomeni: la “galaverna” e la “neve da nebbia”, erroneamente chiamata talvolta “neve chimica”.

Se la prima è relativamente comune (pur essendo alle nostre latitudini non così frequente), con la nebbia che, grazie alle basse temperature, congela al contatto con alberi, prati ed in generale superfici fredde, la “neve da nebbia” è un fenomeno molto più raro, in cui le particelle inquinanti (derivanti da riscaldamenti domestici, gas di scarico di automobili, particolato industriale) fungono da nuclei di condensazione per l’umidità, generando veri e propri fiocchi di neve. Ciò può comportare lievi accumuli anche su strade, tetti e superfici orizzontali, come fosse una vera e propria nevicata, effetto che la “semplice” galaverna non riesce a generare.

Ovviamente, più agenti inquinanti ci sono nell’aria e più questa precipitazione “nevosa” può essere consistente, fino a raggiungere accumuli di alcuni centimetri, come successo in passato in Pianura Padana, dove le condizioni climatiche e – purtroppo – di inquinamento sono più idonee per il verificarsi di questo evento, a causa dell’elevata concentrazione di zone industriali. Il clima dell’Italia centrale, fortunatamente più esposto a ventilazione e quindi meno favorevole al ristagno di umidità e sostanze inquinanti nei bassi strati dell’atmosfera, raramente presenta le condizioni necessarie allo sviluppo di questo particolarissimo fenomeno, i cui tempi di ritorno sono quindi davvero lunghi.

Agli occhi delle persone più distratte e meno informate, in conclusione, l’effetto della “neve da nebbia” sarà quello di una vera e propria nevicata, chiaramente ignorando che appena 200 metri più in alto, oltre la coltre nebbiosa, splende un caldo sole ed il cielo è sereno e limpido come non mai. Incuranti, quindi, della genesi assai poco romantica di questo fenomeno.

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