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COP26: verso l’accordo tra le 195 Nazioni del mondo. Le promesse, le richieste di Greta Thunberg fino all’intesa Usa-Cina

Abbiamo seguito con grande interesse la prima settimana di Cop26. Ora che ci stiamo avvicinando alla data di chiusura del 12 novembre, sono molti gli argomenti che restano aperti e che riguarderanno l’accordo di tutte le 195 Nazioni del mondo.

Glasgow, in queste settimane, è stato teatro di proteste da parte di ambientalisti e studenti ma anche della riunione senza precedenti tra le più importanti potenze del Pianeta.

 

COP26: le promesse

Fermare la deforestazione e ridurre le emissioni di metano del 30%  entro il 2030. L’Italia, insieme ad altri 24 sottoscrittori (tra cui Regno Unito, USA, Canada e Banca europea per gli investimenti) ha firmato una dichiarazione ufficiale per fermare entro la fine del 2022 nuovi finanziamenti pubblici per le infrastrutture fossili all’estero.

 

COP26: l’accordo, il disappunto e la questione dei trasporti

Si cerca l’impegno da parte di tutte e 195 le nazioni del mondo per un’azione congiunta contro il cambiamento climatico. I riflettori della giornata di ieri, 10 novembre, sono puntati sui trasporti. Un tema, quello dei trasporti, urgente: nell’agenda la discussione sulla decarbonizzazione di alcuni settori come quello marittimi e quello aereo (rotte decarbonizzate fra i porti) e l’impegno da parte delle case automobilistiche nella produzione di auto a zero emissioni (sulla situazione italiana l’ong Transport and Environment denuncia che l’Italia “non aderisce all’impegno assunto da altri Stati per un addio alle auto a carburanti fossili entro il 2035″ e il policy officer dell’ong Carlo Tritto ha dichiarato che il nostro Paese “detiene il record europeo per densità di automobili (655 ogni 1000 abitanti) e non stupisce che il settore dei trasporti sia il principale driver delle emissioni di gas serra italiane, circa un quarto del totale. Come mostrano i recenti dati Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), solamente le auto sono responsabili del 16% delle emissioni climalteranti della nostra economia”.

E mentre i potenti stavano discutendo sui trasporti, Greta Thunberg e altri giovani attivisti per il clima hanno inviato una petizione legale al Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, al quale si chiede di dichiarare formalmente il problema del surriscaldamento globale come “emergenza climatica sistemica”.

 

Qui il discorso di alcuni giorni fa tenuto a George Square in seguito alla marcia con gli attivisti del clima:

 

Tra i 14 promotori della petizione, oltre a Greta Thunberg, compaiono i nomi di militanti della causa ambientalista e climatica quali Ranton Anjain e Litokne Kabua, delle Isole Marshall (che rischiano di finire sommerse), Ridhima Pandey (dall’India), Alexandria Villaseñor (Usa), e Ayakha Melithafa (Sudafrica). Insieme gridano a gran voce di: “mettere in moto una risposta generalizzata della Nazioni Unite all’emergenza”.

 

Accordo Usa-Cina su questione climatica

Ieri pomeriggio, 10 novembre, il capo dei negoziatori di Xi Jinping ha annunciato una “Dichiarazione congiunta con gli Stati Uniti per il rafforzamento dell’azione climatica” che include impegni per la riduzione delle emissioni di metano, la protezione delle foreste e l’uscita graduale dal carbone. Xie Zhenhua ha spiegato che “entrambe le parti riconoscono che vi è un gap fra gli sforzi attuali e gli obiettivi dell’Accordo di Parigi» e si impegnano nel perseguire  “concrete e pragmatiche”. L’intesa vuole rappresentare “un risultato ambizioso, equilibrato e inclusivo in materia di mitigazione (minore emissioni), adattamento e sostegno finanziario per adottare misure rafforzate per aumentare le ambizioni. La Cina afferma che “farà del suo meglio per accelerare” i suoi piani per ridurre il consumo di carbone nella seconda metà di questo decennio. E per la prima volta si allinea agli Usa per ridurre le emissioni di metano e accetta di condividere la tecnologia.

Questa intesa storica è stata seguita dall’annuncio di un summit virtuale tra i due leader di Stato Joe Biden e Xi Jinping per il 15 novembre. 

Le parole del Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres: “Accolgo l’accordo annunciato tra Cina e Stati Uniti per lavorare insieme per maggiori ambizioni contro il cambiamento climatico in questo decennio. Combattere la crisi climatica richiede collaborazione internazionale e solidarietà. Questo è un passo importante nella giusta direzione”.

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