
Assisi: l’incontro tra Arte e Natura nelle domus romane
Quando si parla di Assisi si pensa sempre ad una delle città più importanti al mondo, sia dal punto di vista spirituale che artistico. Talvolta, capita, di non riuscire ad andare oltre a questa immagine comune per ricercare, invece, cosa c’è dietro, qual è il passato più remoto della terra che ha dato i natali a due dei santi più conosciuti della storia. Forse è proprio da un nobile passato che si può generare una tanto nobile località. Ed è proprio così.
Assisi nasce come una città centrale della Regione Umbria, a dominare una valle attraversata dalla importantissima Via Flaminia, una delle strade consolari più strategiche per il potere economico e politico di Roma nell’Italia centrale. Nasce in questa posizione la colonia romana di Asisium, un gioiello urbanistico nato tra l’età triumvirale e la prima età imperiale, con il suo grandioso tempio, le sue mura, il suo anfiteatro, le domus patrizie.
Non manca nulla a questa piccola città di provincia, già così al centro degli interessi commerciali della capitale dell’Impero romano. Dobbiamo immaginarla bianchissima, come adesso, grazie alla pietra calcarea che contraddistingue i suoi edifici, ma anche ricca di colori, quelli dei mercati, delle tabernae, delle decorazioni dei templi, dei giardini lussureggianti dei peristili delle domus private e dell’ambiente naturale che circondava la città.
Una natura che possiamo ritrovare ancora oggi, risalendo le pendici del Monte Subasio, rigogliosa ma allo stesso tempo umile, con la sua pietra dura e i boschi di lecceti silenziosi. Questa natura doveva aver ispirato gli artisti del tempo, quelli chiamati da Roma, scelti tra i migliori per decorare le pareti delle domus dei cittadini più facoltosi di Assisi.
Non abbiamo tantissime testimonianze di pareti dipinte in questa città, ma quelle giunte sino a noi sono perfettamente conservate e molto eloquenti: la natura faceva da padrona, non solo nei giardini delle case degli aristocratici, ma anche sulle pareti. Ce lo ricorda in particolar modo la stanza detta viridarium, il giardino dipinto della Domus di Properzio, una delle pochissime testimonianze al mondo, così perfettamente conservata che sembra che non siano passati due millenni, ma qualche decennio.
Sembra che quella parete, così incredibilmente intatta, rappresenti proprio il desiderio della natura di prendersi i suoi spazi al di là del tempo. Quella natura dipinta sui muri fa ancora parlare di sé, dopo secoli di storia. Quelle foglie così stilizzate mettono in evidenza una perfezione dei dettagli nella rappresentazione di novanta specie di uccelli, tutti locali, tutti diversi tra di loro. Un realismo incredibile, una maestria eccezionale nella caratterizzazione delle diverse specie.
Grandi artisti furono chiamati a rappresentare la natura, in una piccola città dove la natura non mancava, ma era talmente forte la sua presenza che non poteva essere assente neanche all’interno di una casa signorile.
La natura, che ancora oggi ricerchiamo così ardentemente per il suo forte potere di curare la nostra anima, è su quei dipinti e fuori, sulle pendici del monte di Assisi e aspetta solo che noi torniamo a lei, come dei figli alla madre.