Follow us on social

Umbria Green Magazine

  /  Libri e Dintorni   /  Ecologia spaziale

Ecologia spaziale

I detriti dello scoppio della navicella Starship che, il 16 gennaio, piovevano sopra le isole di Turks e Caicos (tecnicamente dei territori inglesi d’oltremare a sud delle Bahamas) hanno costretto la Federal Aviation Administration a chiudere lo spazio aereo facendo deviare i percorsi degli aerei in volo.

Anche i veicoli spaziali che rientrano nell’atmosfera possono rappresentare un pericolo per gli aerei che non vogliono rischiare di essere sulla rotta di un detrito che potrebbe arrecare danni gravissimi. La linea aerea che sembra essere maggiormente colpita dall’allerta rientri dei secondi stadi del lanciatore Falcon9 di Space X è la Qantas che deve ritardare gli aerei tra Australia e Sud Africa per seguire i cambi della tempistica dei numerosi lanci che pianificano il rientro del secondo stadio in una zona di oceano indiano sorvolato dalla rotta in questione.

L’impatto sullo spazio aereo è solo un esempio di come i sempre più numerosi lanci richiesti dalla crescita della Space Economy abbiano conseguenze immediate sulla nostra vita.

Ogni anno il numero di satelliti messi in orbita supera il record dell’anno precedente con un aumento vertiginoso dei satelliti commerciali, aumento trainato dall’interesse nelle nuove costellazioni per la fornitura del segnale internet satellitare. Ogni costellazione conta di mettere in orbita migliaia e migliaia di satelliti. Pur riconoscendo l’utilità (a volte la necessità) dei servizi internet satellitari, non bisogna dimenticare che, benché operino nello spazio, lontano dalla nostra vista, i satelliti hanno un impatto non trascurabile sulla vita e sulle attività che si svolgono sulla superficie della terra.

La crescita esplosiva del numero di oggetti in orbita comporta rischi globali che non possono essere ignorati. In effetti, stanno già emergendo impatti negativi. Siamo davanti alla dicotomia tra il progresso e le sue conseguenze sull’ambiente.

Ogni lancio ha una chiara impronta ecologica sulla nostra atmosfera. Per portare i carichi in orbita vengono bruciate migliaia di tonnellate di combustibile che produce gas inquinanti rilasciati durante l’ascesa che dura circa 8 minuti. Questi gas di scarico possono contribuire al riscaldamento dell’atmosfera e contengono composti a base di zolfo che reagiscono con l’ozono e lo distruggono. Tanto maggiore il numero dei lanci, tanto più importanti le conseguenze ambientali.

Inoltre, una volta arrivati in orbita, i satelliti così numerosi rischiano di creare ingorghi spaziali perché lo spazio è grande ma non infinito e ogni oggetto ha bisogno di uno “spazio vitale” per minimizzare il pericolo di collisioni con altri satelliti. L’impatto ambientale continua fino alla fine della vita orbitale quando il satellite viene fatto rientrare nell’atmosfera per essere distrutto dal calore dell’attrito
In questo modo i satelliti non occupano più spazio orbitale ma sarebbe sbagliato pensare che svaniscano: i metalli vaporizzati rimangono nell’atmosfera dove l’unica sorgente naturale di metalli sono le meteoriti. Misure in alta quota dimostrano che l’aerosol dell’atmosfera contiene già particelle di metalli dei satelliti.

Come spiego nel mio libro “Ecologia Spaziale” lo spazio è parte integrante dell’ecosistema terrestre e dobbiamo imparare a utilizzarlo in modo sostenibile.

Biografia

Patrizia Caraveo è Dirigente di Ricerca all’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ed ha diretto l’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano.
Per i contributi dati alla comprensione dell’emissione di alta energia delle stelle di neutroni, ha ricevuto nel 2009 il Premio Nazionale Presidente della Repubblica e, nel 2021, il Premio Enrico Fermi della Società Italiana di Fisica
Nel 2014 è entrata nella lista degli Highly Cited Researchers e ha ricevuto l’Outstanding Achievement award da Women in Aerospace Europe.
Nel 2017 è stata nominata Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Fa parte del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica e delle 100 donne contro gli stereotipi

Articoli simili

You don't have permission to register