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Troppa luce fa male

L’illuminazione artificiale è una straordinaria conquista del genere umano, tanto da essere considerata una infrastruttura invisibile essenziale ed irrinunciabile per la nostra società.

È quindi comprensibile che la luce artificiale, oltre ad essere considerata una risorsa di base delle società moderne, abbia una connotazione culturale positiva. Questa spiega perché siamo restii ad ammettere che la luce artificiale possa essere dannosa e debba essere inserita nella lista degli inquinanti in quanto rappresenta una alterazione delle condizioni naturali che caratterizzano il nostro pianeta.

I primi a studiare il fenomeno sono stati gli astronomi negli anni’80 puntando il dito su una nuova forma di inquinamento immateriale ma onnipresente ed in continua crescita. Il loro era un interesse professionale, dal momento che la luce artificiale disturba l’osservazione del cielo.

Ma non è solo l’astronomia a soffrire, la presenza delle luci artificiali è stata riconosciuta come un problema ecologico di proporzioni globali in quanto modifica l’habitat di piante e animali che si sono evoluti su un pianeta che ruota, imponendo a tutte le forme di vita il ritmo giorno-notte sul quale si è sincronizzato l’orologio biologico di ciascuna di esse.

L’illuminazione artificiale ha impatti negativi per la flora e la fauna, in ambienti marini e terrestri, per creature grandi e piccole, ma l’effetto non è sempre lo stesso.

Nelle piante la luce artificiale stimola la crescita ma confonde l’orologio interno e inibisce i meccanismi protettivi che si attivano durante la notte. Le piante nelle zone illuminate fioriscono prima e perdono le foglie dopo rispetto a quelle che vivono in zone più buie.

Le luci sono ritenute corresponsabili della spaventosa ecatombe degli insetti che gli scienziati denunciano con sempre maggiore preoccupazione. Confrontando il numero degli insetti in campi illuminati e bui si è visto che la luce riduce il numero degli insetti perché interferisce con il loro ciclo riproduttivo.

Le luci disturbano le rotte migratorie degli uccelli, interferiscono con la riproduzione e causano un gran numero di morti accidentali dovute all’impatto con i palazzi illuminati.

Negli essere umani, l’illuminazione artificiale disturba l’orologio biologico interno che regola il ritmo circadiano del nostro corpo, alterando il ciclo del sonno e contribuendo all’insorgere di patologie.

Lo studio degli effetti biologici della luce è una disciplina relativamente recente, quindi non sentitevi in colpa se non ne avete mai sentito parlare. Tuttavia l’impatto dell’illuminazione artificiale è talmente generalizzato che il suo studio riveste una grande importanza sociale, ecologica ed economica.

Occorre essere consapevoli di questi problemi ed imparare a rispettare la notte utilizzando una illuminazione del colore giusto, non eccessiva, direzionale e intelligente, accesa solo quando serve.

Non bisogna vivere al buio, basterebbe spegnere le luci non necessarie e fare attenzione alle luci che utilizziamo evitando quelle troppo violente e troppo bianche, perché, come scrivo nel mio libro, Troppa luce fa male a noi ed all’intero pianeta.

Biografia

Patrizia Caraveo è Dirigente di Ricerca all’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ed ha diretto l’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Milano.
Per i contributi dati alla comprensione dell’emissione di alta energia delle stelle di neutroni, ha ricevuto nel 2009 il Premio Nazionale Presidente della Repubblica e, nel 2021, il Premio Enrico Fermi della Società Italiana di Fisica
Nel 2014 è entrata nella lista degli Highly Cited Researchers e ha ricevuto l’Outstanding Achievement award da Women in Aerospace Europe.
Nel 2017 è stata nominata Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Fa parte del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica e delle 100 donne contro gli stereotipi

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