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Francis Hallé: Ci vuole un albero per salvare la città

Francis Hallé è uno dei più importanti botanici francesi ed esperto di foreste primarie.

Il suo Ci vuole un albero per salvare la città (Ponte alle Grazie, 2018) è un libro agile e divulgativo, che presenta gli alberi in una chiave diversa rispetto all’immaginario di tutti i giorni.

Da elementi di contorno, la cui presenza viene quasi data per scontata e la cui sola assenza ricorda che c’è stato un tempo in cui hanno abitato i nostri spazi, gli alberi diventano quindi protagonisti di una nuova narrazione, corredata da immagini e informazioni tecniche fruibili non solo dagli addetti ai lavori.

“Sapevate che l’albero è uno dei fatti principali della vita sulla terra?”. Sono queste le prime inequivocabili parole di Hallé che, con piglio documentaristico, snocciola i dati della carta d’identità di questi pacifici e longevi amici: età, altezza,  provenienza, segni particolari.

In questo modo scopriamo che: esistono oltre 70.000 specie di alberi; le sequoie della California possono raggiungere i 120 metri di altezza; i cloni di Vaccinium della Pennsylvania hanno compiuto 13.000 anni e sono più vecchi delle Piramidi e del Partenone (a proposito, sapevate che una sequoia californiana risponde al nome di “Parthenon”?).

Il gusto del racconto non distoglie tuttavia lo studioso dal chiedere alla classe politica di onorare gli impegni ambientali, preservando questi nostri alleati (e non abbattendoli, se non per manifesto pericolo) anche in virtù delle importanti funzioni svolte nelle nostre città e nelle nostre campagne: dal fare ombra nelle torride giornate estive all’abbassamento delle temperature e alla purificazione dell’aria.

Il lavoro quotidiano per conservare e curare gli alberi deve essere opera di politici e cittadini, e deve gioco forza essere improntato al rispetto di alcuni concetti chiave quali rispetto, pianificazione, non violenza, senso civico, protezione e soprattutto gratitudine. Tutto questo prima che sia troppo tardi.

Citando la lirica di Georges Brassens con cui Hallé apre questa edificante lettura, non aspettiamo dunque il momento di essere costretti a pronunciare questa pur bella frase: “Accanto al mio albero ero felice, non avrei mai dovuto perderlo di vista”.

Biografia

Vincenzo Barometro (Napoli, 1982). Legge, scrive e lavora, talvolta contemporaneamente. Vanta una discreta attività di ghostwriting (tv, web, stampa, comunicazione politica) e dal 2018 cura il blog Letteratume sulla piattaforma Medium.

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