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E se smettessimo di fingere? L’attualità del saggio di Jonathan Franzen

È davvero troppo tardi per fermare il riscaldamento climatico? Se lo chiede, e risponde in modo affermativo, Jonathan Franzen nel breve saggio E se smettessimo di fingere? edito da Einaudi e tradotto da Silvia Pareschi.

Quella dello scrittore americano, presentata fin dal sottotitolo (“Ammettiamo che non possiamo più fermare la catastrofe climatica”), più che una certezza pare un’esortazione a riconoscere pubblicamente, oltre che con sé stessi, la sterilità di una lotta che affonda le radici nel secolo scorso.

Realismo e pessimismo convivono, consentendo di non inseguire false chimere e di capire la reale portata di una battaglia che da globale deve diventare locale: di fatto Franzen non scrive un manifesto né spara sentenze da una posizione privilegiata, ma partecipa attivamente e fattivamente al dibattito, impegnandosi a diffondere informazioni corrette sui disastri ambientali e sugli attentati alla biodiversità.

Grazie a uno svelamento di tale portata, tanto crudo quanto sincero, l’autore delle Correzioni può farsi portavoce di nuove e non meno affascinanti istanze: lottare per migliorare il presente e il futuro resta tuttora la migliore azione possibile – si pensi a Greta Thunberg e ai Fridays for future – evitando di pensare a una causa persa e preoccupandosi principalmente di individuare il punto critico.

Il saggio si apre con il ricordo dell’incendio di Jüterbog (750 ettari andati in fumo in un torrido giugno berlinese) e si chiude con l’intervista al giornalista tedesco Wieland Freund, ma il filo rosso che tiene insieme le riflessioni è che la presa di coscienza e il pragmatismo non significano rassegnazione ma solo una revisione degli obiettivi rispetto all’emergenza ambientale.

In quello che si presenta come l’ideale prosieguo della recente raccolta di saggi La fine della fine della terra, Franzen non teme dunque di andare controcorrente e si mostra lucido, critico, perfino disincantato, consapevole che il vero intellettuale non deve portare lo strascico del re, in questo caso l’opinione pubblica, ma la lanterna per illuminarne il cammino.

«Ogni movimento verso una società più giusta e civile può essere considerato un’azione significativa per il clima.»

Biografia

Vincenzo Barometro (Napoli, 1982). Legge, scrive e lavora, talvolta contemporaneamente. Vanta una discreta attività di ghostwriting (tv, web, stampa, comunicazione politica) e dal 2018 cura il blog Letteratume sulla piattaforma Medium.

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