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Primo Levi e l’idrogeno

Discorso pronunciato all’Umbria Hydrogen Day – 2 dicembre 2025, Hotel Valentino, Terni.

Nel 1877 Jules Verne pubblicò il suo celebre romanzo L’isola misteriosa, in cui scrisse che “l’acqua sarà il carbone del futuro”. Ai nostri giorni si parla di idrogeno verde come di un gas che potrebbe sostituire l’economia basata sui combustibili fossili. L’idrogeno non esiste in natura sulla Terra mentre è presente nell’universo, per cui se vogliamo usarlo come nuovo combustibile dobbiamo ottenerlo da altre fonti. La più abbondante è appunto l’acqua, come aveva intuito profeticamente Verne.

Umbria Green Festival ha sempre cercato di spiegare, attraverso il coinvolgimento di tutte le arti, quanto sia importante trovare modi accessibili ed emozionanti per raccontare la scienza e l’energia in un’epoca in cui siamo chiamati a un grande cambiamento, per affrontare le sfide globali che ci attendono.

L’obiettivo è quello di trasmettere lo sviluppo sostenibile ad una vasta platea (solo quest’anno abbiamo avuto oltre 12.000 presenze, abbiamo rafforzato la nostra rete social e la presenza sulla stampa nazionale). Siamo sempre stati, ed oggi lo siamo ancora di più, un incubatore legato all’innovazione tecnologica.

Techne srl è l’azienda di servizi per energia e ambiente che supporta il Festival e che porta il paradigma sostenibile all’interno della manifestazione.

Abbiamo iniziato nel 2013 con il manifesto del turismo lento e con una serie di attività legate alla mobilità elettrica.

Abbiamo realizzato la prima comunità energetica dell’Umbria, la diciassettesima certificata dal GSE, a Marsciano.

Abbiamo contribuito a costruire una rete infrastrutturale per la mobilità che oggi permette ai possessori di auto elettriche di muoversi in autonomia.

Siamo stati i primi a ragionare criticamente sui temi legati agli obiettivi dell’agenda 2030, di scienza ed energia, attraverso spettacoli dal vivo.

E abbiamo coinvolto oltre 6000 studenti provenienti dalle scuole di ogni ordine e grado, promuovendo, sviluppando e finanziando i loro progetti, in collaborazione con istituti di ricerca come il CNR, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l’Università stessa.

Ma, per tornare al centro del dibattito: di cosa si parla quando si parla di idrogeno verde?

La questione è molto chiara: stiamo parlando di noi, niente altro che della nostra specie. Diceva Alex Langer che “la transizione ecologica si realizzerà quando sarà socialmente desiderabile”. Purtroppo, siamo già in una situazione di adattamento – e non più di mitigazione – per cercare di contenere l’aumento delle temperature. Proprio perché sappiamo che non ci fermeremo e non arresteremo in alcun modo “le magnifiche sorti e progressive” che attendono l’uomo nel suo divenire, dobbiamo trovare il modo di sviluppare nuove tecnologie – come l’idrogeno verde – e cercare di coniugare i due bisogni ambivalenti che costituiscono il dilemma dell’uomo.

I due bisogni sono le figure legate allo sviluppo della techne: Prometeo e Faust.

Il primo si sacrifica per portare in dono a tutta l’umanità la tecnologia e dunque la conoscenza e il benessere, il secondo invece è un mito più individualista: Faust agisce per il bisogno di andare oltre ogni limite, non trova requie, nessun impedimento, vuole uno sviluppo incessante ed eterno, volto alla perpetuazione della potenza e alla sostituzione di Dio.

Nel mezzo di queste due visioni opposte c’è quella legata allo sviluppo sostenibile e alla ricerca di energia pulita: è la visione di uno sviluppo costante, in armonia, e non più in conflitto, con la natura.

E forse, per iniziare a conoscere questo sguardo nuovo, bisognerebbe provare a coniugare la tecnologia con l’arte.

C’è un racconto di Primo Levi che si intitola proprio “Idrogeno” in cui Primo stesso, ancora studente, si cimenta con un suo amico in esperimenti di laboratorio fino a sperimentare l’elettrolisi dell’acqua. La storia culmina con un’esplosione: Primo, avvicinando un fiammifero al barattolo, lo fa esplodere, confermando la presenza di idrogeno. Nelle profondità della sua mente, il protagonista riflette: “Era proprio idrogeno, dunque: lo stesso che brucia nel sole e nelle stelle, e dalla cui condensazione si formano, in eterno silenzio, gli universi”.

La letteratura è solo uno dei molti strumenti che possiamo sfruttare. Dalle pagine di un romanzo di Verne o di Primo Levi alle piattaforme digitali, dai documentari scientifici alle conversazioni quotidiane, ciascuna modalità di comunicazione ha il potere di raggiungere persone di ogni età e background. E’ attraverso questi canali che possiamo coltivare la comprensione e stimolare l’interesse per la scienza e l’energia, creando una consapevolezza diffusa e ispirando azioni positive.

Telmo Pievani ha scritto che “la nuova idea di ambientalismo sarà legata ad una nuova forma di umanesimo” e magari questo avverrà davvero quando avremo messo appunto tecnologie importanti come l’idrogeno verde, quando l’industria e la cultura sapranno fondersi negli intenti e negli obiettivi per rendere davvero desiderabile il nostro futuro.

Ormai il concetto di sostenibilità, come scrive Amitav Ghosh nella Grande cecità, esprime l’interezza del nostro essere nel tempo. Il grande, insostituibile ruolo della finzione narrativa è l’immaginazione, e questo ha sempre cercato di fare Umbria Green Festival: immaginare altre possibilità, perché la scienza, l’innovazione, la tecnologia, le idee dimostrano che un futuro diverso è possibile.

 

Biografia

Daniele Zepparelli. Nato il 2 giugno 1978 a Marsciano (PG). Laureato in Lingue e Letterature Straniere e in Scienze della Formazione Primaria. Maestro di scuola primaria. Socio fondatore di Techne, azienda che si occupa di energie rinnovabili. Ideatore e organizzatore dell’Umbria Green Festival, evento che si svolge ogni anno tra Terni e Narni. Pubblicazioni: Il triste valzer di Mefistofele. Saggio. Secondo al concorso letterario nazionale Premio Città di Castello.

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